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Città grigia, triste, buona perlopiù per un bel suicidio. La stereotipata immagine di Torino tarda a morire, eppure la città è romantica per antonomasia. Dal Valentino al Monte dei Cappuccini, dalle rive del Po al parco di Cavoretto, le possibilità di trovare l'anima gemella non sono certo inferiori a quelle di trovare il pupazzetto di Topolino a Disneyland. Città severa e generosa, Torino ha saputo accogliere le più variegate etnie e, come ci racconta Riccardo Humbert con affetto misto a una punta di perfidia, il torinese con la puzza sotto il naso è ormai solo una leggenda: non esiste più! È rimasto il pragmatismo sabaudo, poco incline alla platealità negli affetti e sempre attento alla forma.